Indicato anche come terapia dell’avversione, una tecnica utilizzata nella terapia comportamentale per ridurre l’appeal dei comportamenti che si desidera eliminare associandoli a disagio fisico o psicologico.
Nel condizionamento avversivo, il cliente è esposto a uno stimolo sgradevole mentre si impegna nel comportamento mirato, l’obiettivo è quello di creare un’avversione ad esso. Negli adulti, il condizionamento avversivo è spesso usato per combattere le dipendenze come il fumo o l’alcolismo. Un metodo comune è la somministrazione di un farmaco che produce nausea mentre il cliente fuma o beve in modo che le associazioni spiacevoli siano accoppiate con il comportamento di dipendenza. Oltre al fumo e all’alcolismo, la terapia avversiva è stata anche usata per trattare il mangiarsi le unghie, la dipendenza dal sesso e altre forti abitudini o dipendenze. In passato, la terapia elettroconvulsiva veniva talvolta somministrata come forma di terapia di avversione per alcuni disturbi, ma questa pratica è stata interrotta.
Nei bambini il condizionamento avversivo gioca un ruolo in uno dei trattamenti più efficaci per l’enuresi (enuresi notturna): il metodo campana e pad. Un pad con un sensore di umidità è posto nel letto del bambino, collegato a una campana che suona al primo segno di umidità. Quando suona la campana, il bambino deve quindi alzarsi dal letto e andare in bagno invece di continuare a bagnare il letto. Questo metodo ha successo in parte perché associa l’enuresi notturna con la spiacevole sensazione di essere svegliati e disturbati nel cuore della notte. Una tecnica correlata che rafforza ulteriormente l’inconveniente di enuresi è avere il bambino cambiare le proprie lenzuola e pigiama quando si sveglia bagnato di notte.
In una variazione di condizionamento avversivo chiamata sensibilizzazione segreta, il cliente immagina il comportamento indesiderato invece di impegnarsi effettivamente in esso, e quindi immagina o è esposto a uno stimolo sgradevole.