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Creusa di Troia

La morte di Creusa per volontà degli dei è trattata brevemente da Virgilio nel suo Eneide. Mentre Troia sta cadendo ai greci, Enea va a casa sua per condurre suo padre Anchise, Creusa e il loro figlio Ascanio fuori dalla città e nella campagna. Anchise si rifiuta di lasciare la casa, spingendo Enea a decidere che rimarrà a Troia in modo che possa morire onorevolmente in battaglia, piuttosto che abbandonare suo padre. Creusa gli afferra i piedi e lo implora di pensare a cosa ne sarebbe di Ascanio, Anchise e se stessa se Enea dovesse essere ucciso. Mentre fa questo, Ascanio prende fuoco con una fiamma non terrena. La fiamma viene rapidamente cosparsa d’acqua. Anchise crede che questo sia un presagio di Giove, che conferma questo presagio inviando una stella cadente. Anchise ora accetta di fuggire da Troia. La famiglia lascia la casa, Enea che porta il padre e Ascanio che gli tiene la mano, mentre Creusa deve seguire una certa distanza dietro di loro. Mentre fuggono attraverso la città, raggiungono le porte e cominciano a correre, dopo aver notato che i greci sembrano essere guadagnando su di loro. Creusa scompare, incapace di tenere il passo con loro. Dopo aver raggiunto il tempio di Cerere fuori dalla città, Enea lascia Anchise e Ascanio lì per tornare alla ricerca di Creusa. Mentre cerca la città in preda alla disperazione, incontra l’ombra, o fantasma, di Creusa, che gli dice che era il suo destino rimanere a Troia. Lei predice il suo viaggio a Hesperia, Italia e futuro matrimonio con un altro. Chiede che Enea si prenda cura del loro bambino e svanisce. Enea cerca tre volte di tenerla, ogni volta non riuscendo a cogliere la sua ombra.

Pausania racconta che Rea e Afrodite salvarono Creusa dall’essere schiavizzata dai Greci a causa del fatto che era la moglie di Enea (che era un figlio di Afrodite).

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