“Il mio ritratto di Winston Churchill ha cambiato la mia vita. Sapevo dopo averla scattata che era una foto importante, ma difficilmente avrei potuto sognare che sarebbe diventata una delle immagini più riprodotte nella storia della fotografia. Nel 1941 Churchill visitò prima Washington e poi Ottawa. Il Primo Ministro, Mackenzie King, mi ha invitato ad essere presente. Dopo il discorso elettrizzante, ho aspettato nella camera del Presidente della Camera dove, la sera prima, avevo messo le luci e la macchina fotografica. Il Primo Ministro, a braccetto con Churchill e seguito dal suo entourage, iniziò a condurlo nella stanza. Ho acceso i miei proiettori; un Churchill sorpreso ringhiò, ‘ Che cosa è questo, che cosa è questo? Nessuno ha avuto il coraggio di spiegare. Timorosamente mi sono fatto avanti e ho detto: ‘Signore, spero di avere la fortuna di fare un ritratto degno di questa storica occasione. Mi guardò e mi chiese: “Perché non mi è stato detto?”Quando il suo entourage cominciò a ridere, questo non mi aiutò affatto. Churchill accese un sigaro fresco, lo soffiò con un’aria maliziosa, e poi magnanimamente cedette. Puoi prenderne uno. Il sigaro di Churchill era sempre presente. Ho teso un posacenere, ma non voleva disporne. Sono tornato alla mia macchina fotografica e mi sono assicurato che tutto fosse a posto tecnicamente. Ho aspettato; ha continuato a chomp vigorosamente al suo sigaro. Ho aspettato. Poi mi avvicinai a lui e, senza premeditazione, ma con tanto rispetto, dissi: ‘Perdonami, signore’, e gli strappai il sigaro dalla bocca. Quando sono tornato alla mia macchina fotografica, sembrava così belligerante che avrebbe potuto divorarmi. Fu in quell’istante che scattai la fotografia.”
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