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Virago

Storicamente, il concetto di virago risale all’antichità dove la filosofia ellenistica affermava che uomini elitari ed eccezionalmente eroici avevano la virtus (greco :ννδρεία, romanizzato: andreia). La Virtus (ancora una volta legata a vir, l’uomo coraggioso che rispetta i più alti valori e l’etica della società in contrapposizione all’homo, essere umano) definiva i tratti di eccellenza per un uomo nell’antica Roma (e in Grecia), tra cui valore ed eroismo, ma anche moralità e forza fisica. Le donne e gli uomini non elitari o non eroici (schiavi, servi, artigiani, mercanti) erano considerati una categoria minore e ritenuti meno eccellenti nella moralità romana. Una donna, tuttavia, se abbastanza eccezionale potrebbe guadagnare il titolo virago. In tal modo, ha superato le aspettative per ciò che si credeva possibile per il suo genere, e incarnava l’aggressività e/o l’eccellenza maschile. Virago, quindi, era un titolo di rispetto e ammirazione. Nel cristianesimo, una monaca o una donna santa che era diventata uguale in divinità ai monaci maschi attraverso il celibato praticato, la pratica religiosa esemplare e la devozione e la verginità intatta, era considerata aver superato i limiti della sua femminilità e si chiamava virago. Scrittore latino Firmicus Maternus nel 4 ° secolo CE descrive virago come le donne che assumono il carattere di un uomo e il desiderio di un rapporto con le donne come gli uomini.

I dizionari moderni standard definiscono virago come, in ordine di definizione, (1) una “donna forte e prepotente”; un “toporagno”. o (2) una donna di “grande statura, forza e coraggio” Così virago continua ad essere associata sia alla denominazione di una donna che ha (1) un modo prepotente, abrasivo e dispettoso, o (2) è salito al di sopra degli stereotipi culturali e di genere per incarnare un eroismo virile; per esempio, la Royal Navy britannica battezzò almeno quattro navi da guerra Virago.

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