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The recent boom–bust cycle: The relative contribution of capital flows, credit supply and asset bubbles

Usiamo un modello stimato di economia aperta DSGE con attriti finanziari per gli Stati Uniti e il resto del mondo per valutare varie spiegazioni concorrenti sul recente ciclo boom–bust. Troviamo che l’ipotesi di risparmio eccesso è insufficiente per spiegare tutti gli aspetti del boom negli Stati Uniti. Anche la crescita relativamente forte della TFP e la politica monetaria espansiva non sono in grado di spiegare appieno la volatilità degli investimenti aziendali e in particolare residenziali. Identifichiamo le bolle nel mercato azionario e immobiliare come cruciali. Per quanto riguarda la flessione del 2008/2009, il calo dei prezzi delle case e degli investimenti residenziali svolge solo un ruolo secondario. I default ipotecari hanno più potere esplicativo, specialmente in una specifica del modello con un mercato azionario segregato. Infine, lo scoppio della bolla del mercato azionario è stato almeno altrettanto importante in questa recessione come nel 2001. A causa di vari shock negativi che hanno colpito contemporaneamente l ‘economia nel 2008/2009 e della continua crescita tecnologica positiva, non solo il tasso di interesse reale è diminuito, ma l’ inflazione è diminuita rapidamente e non ha lasciato sufficiente spazio alla politica monetaria per svolgere un ruolo stabilizzante simile a quello delle precedenti recessioni.

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