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Atropina (Antagonista del Recettore Muscarinico)

Generale Farmacologia

Immagine che mostra come ACh si lega ai recettori muscarinici (M2) presente sulle cellule del seno-atriale (SA) e atrioventricolare (AV) i nodi sul cuore; i recettori Muscarinici sono accoppiati al Gi-proteina; pertanto, vagale attivazione diminuisce la cAMP

Il vago (parasimpatico) i nervi che innervano il cuore rilascio di acetilcolina (ACh) come principale neurotrasmettitore. ACh si lega ai recettori muscarinici (M2) che si trovano principalmente sulle cellule che comprendono i nodi seno-atriale (SA) e atrioventricolare (AV). I recettori muscarinici sono accoppiati alla proteina Gi; pertanto, l’attivazione vagale diminuisce il CAMPO. L’attivazione della proteina Gi porta anche all’attivazione dei canali KACh che aumentano l’efflusso di potassio e iperpolarizzano le cellule.

Aumenta l’attività vagale al nodo SA diminuisce la frequenza di cottura delle cellule pacemaker diminuendo la pendenza del potenziale pacemaker (fase 4 del potenziale d’azione); questo diminuisce la frequenza cardiaca (cronotropia negativa). Il cambiamento nella pendenza di fase 4 deriva da alterazioni delle correnti di potassio e calcio, nonché dalla corrente di sodio lento verso l’interno che si pensa sia responsabile della corrente del pacemaker (If). Iperpolarizzando le cellule, l’attivazione vagale aumenta la soglia della cellula per la cottura, che contribuisce alla riduzione della velocità di cottura. Effetti elettrofisiologici simili si verificano anche nel nodo AV; tuttavia, in questo tessuto, questi cambiamenti si manifestano come una riduzione della velocità di conduzione dell’impulso attraverso il nodo AV (dromotropia negativa). Nello stato di riposo, c’è un grande grado di tono vagale sul cuore, che è responsabile delle basse frequenze cardiache a riposo.

C’è anche qualche innervazione vagale del muscolo atriale, e in misura molto minore, il muscolo ventricolare. L’attivazione del vago, quindi, provoca modeste riduzioni della contrattilità atriale (inotropia) e diminuzioni ancora più piccole della contrattilità ventricolare.

Gli antagonisti dei recettori muscarinici si legano ai recettori muscarinici impedendo così ACh di legarsi e attivare il recettore. Bloccando le azioni di ACh, gli antagonisti del recettore muscarinico bloccano molto efficacemente gli effetti dell’attività del nervo vagale sul cuore. In questo modo, aumentano la frequenza cardiaca e la velocità di conduzione.

Farmaci specifici e indicazioni terapeutiche

L’atropina è un antagonista del recettore muscarinico che viene utilizzato per inibire gli effetti dell’eccessiva attivazione vagale sul cuore, che si manifesta come bradicardia sinusale e blocco nodale AV. Pertanto, l’atropina può temporaneamente ripristinare la bradicardia sinusale al normale ritmo sinusale e invertire i blocchi nodali AV rimuovendo le influenze vagali.

Effetti collaterali e controindicazioni

Gli effetti anticolinergici dell’atropina possono produrre tachicardia, dilatazione della pupilla, secchezza delle fauci, ritenzione urinaria, inibizione della sudorazione (anidrosi), visione offuscata e stitichezza. Tuttavia, la maggior parte di questi effetti collaterali si manifesta solo con un dosaggio eccessivo o con dosaggi ripetuti. L’atropina è controindicata nei pazienti con glaucoma.

Rivisto 03/15/07

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